{ ~ NO escape ~ }, -SasuNaru-

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Hikari93
view post Posted on 17/8/2012, 11:16 by: Hikari93




Salve! ^_____^


Quello che vi propongo oggi è un piccolo anticipo di una mia nuova Fanfiction SasuNaru che, molto probabilmente, pubblicherò il 14 Settembre, in occasione dei miei due anni su EFP.


Sulla mia pagina autrice, ho parlato di oneshot e di data da destinarsi, due elementi che andranno modificati. U___U


Della data abbiamo già discusso, mentre della shot... per ora ho all'attivo un capitolo, il primo ovviamente, di 5000 e passa parole. Il capitolo sicuramente più lungo tra tutte le long che ho mai scritto. Ho pensato che, essendo io un'autrice a cui piace dedicarsi anche ai minimi pensieri, un capitolo più lungo è quello che mi serve. Infatti, ho deciso che, per questa storia, opterò per capitoli sulle 5000 parole, e ne saranno di meno. Prevedo non più di dieci capitoli. Credo tra i cinque e i dieci capitoli, non di più. Spero di arrivare almeno a metà storia prima del 14 (ammesso che riesca a non pubblicarla prima del 14 =www=; di solito, quando una storia mi entusiasma, non vedo l'ora di vederla per bene e pubblicarla, per vedere se sortisce lo stesso effetto *^* Con le SasuNaru è difficile essere originali, visto che ce ne stanno tante in giro).


Comunque, già il titolo "{ ~ NO escape ~ }" dice tutto. La storia, infatti, punta ad avere un'ambientazione (ma chissà, il risultato sarà probabilmente diverso da quello che immagino) stile 1984 e Animal Farm di Orwell, che si basa sul controllo del pensiero e su un totalitarismo assoluto. Dunque, la lettura e l'argomento di questi libri mi ha molto affascinata, ergo... ci proviamo, no? x)


In breve, eccovi un accenno di trama (in corsivo estratti del primo capitolo):
[SasuNaru; accenni Uchihacest]


Sasuke è ricco, ereditiere di una fortuna immensa. Solo che ogni sua più piccola azione viene controllata dallo zio Madara, e la cosa si è accentuata da quando Itachi è morto in un misterioso incidente.
Il tutto inizia con Sasuke che fa visita alla tomba del fratello. Un fratello speciale (guardate su: accenni Uchihacest) che amava e che rimpiange. Che ama ancora e che odia, perché non ha mantenuto la promessa di rimanere con lui.


Il volto di Itachi non sorrideva in foto, eppure Sasuke lo trovava ugualmente bellissimo. Come sempre, perché in fondo a quegli occhi neri che avevano perduto la loro luce vitale si nascondeva lo stesso Itachi che Sasuke aveva adorato e venerato.
Amato di un amore sbagliato e folle, mai confessato.
Ma tu te ne eri accorto, Itachi, vero? Non c’era nulla di ciò che pensavo che tu non avessi intuito.
Perché Sasuke ricordava alla perfezione le parole che Itachi gli aveva detto, un giorno lontano di un tempo che non ci sarebbe stato mai più. Seguitavano a ripetersi da sole nella sua mente, come quelle filastrocche antiche che entrano in testa e non ne escono più.
Non esiste un’emozione sbagliata, un sentimento contro cui puntare il dito, Sasuke, così come non si decide a chi voler bene. Ci si affeziona all’anima di una persona, a ciò che è davvero, non a ciò che appare. Non a quello che gli altri vedono che è.

[...]
«Farai visita alla tomba di tuo fratello?»
Per Sasuke fu come una stilettata dritta al cuore. Anche Sakura si irrigidì. Per un istante lungo quanto tutta una vita, Sasuke smise di respirare, annaspando in cerca di sollievo per il dolore acceso che gli infiammava l’anima. Si sentì nuovamente sudato.
«No» mentì ancora, perentorio. Non voglio – più –, non posso – più. «Gli impegni che il mio ruolo richiede non possono attendere oltre.»
Madara sorseggiò dalla tazzina e addentò qualcosa che Sasuke non riconobbe, e nemmeno gli interessava sapere cosa fosse. «Un’ottima scelta» confermò. «I doveri prima di tutto. Non sarebbero cinque minuti spesi a osservare un contenitore di legno a risolvere le numerose questioni che abbiamo in sospeso. Fosse stato in vita, l’utilità di Itachi non sarebbe stata minimamente messa in dubbio» bevve ancora, avido, «ma in queste condizioni… non sei d’accordo?»
Ogni parola uscita da una bocca insozza come quella aveva martoriato Sasuke. Mancava solo il colpo finale, un qualcosa che non sarebbe mai arrivato, sfortunatamente, obbligandolo a rimanere lì, coi piedi saldi al terreno e la mente rivolta sempre e solo a Itachi. Tuttavia, Sasuke non poteva tollerare nemmeno un’altra sillaba che mancasse di rispetto in tal maniera a suo fratello. Che la pronunciasse Madara, una serva, un popolano, uno sconosciuto… chiunque. Aveva ascoltato anche troppo.



A ogni modo, Sasuke tenta una fuga dai suoi problemi andando al paese, un paese, come ho accennato prima, controllato completamente e ignorante, nel senso che non si rende conto della sottomissione a cui è costretto.


«Insegnate ai vostri figli, compagni, che nostra è la libertà di obbedire, e che l’obbedienza è salvezza! Bisogna liberarsi dall’assurda convinzione che obbedire significhi privarsi di una propria scelta. E’ assolutamente il contrario! Obbedire significa rispettare delle regole, essere indirizzati da chi può e sa farlo verso il giusto e verso la verità! Non è sinonimo di sottomissione, compagni! Se ci pensate bene, capirete che quelle che finora ho chiamato regole, alla fine sono solamente dei paletti che ci vengono imposti per non disperderci, per restare uniti, per essere un popolo! Se fossimo veramente sottomessi, allora non ci sarebbe nemmeno concesso di obbedire. Saremmo soltanto puniti e costretti a farlo, mentre quella di essere devoti al nostro padrone è una scelta nostra e nostra soltanto! E le tasse che paghiamo rappresentano il minimo contributo che noi, dal nostro gradino di umiltà, possiamo dare per ringraziare colui che ci impedisce una fine da miserabili e da schiavi perduti!»


E' importante sottolineare che, come vuole l'educazione che ha ricevuto, Sasuke odia il popolo, ritenendosi immensamente superiore. Prima della morte di Itachi, nutriva indifferenza verso gli altri, adesso la situazione è precipitata.


E Naruto?


Sollevò gli occhi, piano. Risalì per le gambe, si intrattenne un istante sulle mani fiondate nelle tasche logore – Rassegnazione? Come la sua? –, infine ne incontrò il viso.
La fiamma della torcia si agitò più velocemente, illuminando così il volto che Sasuke stava fissando. Il chiarore si focalizzò sugli occhi del ragazzo, che brillarono.
No, non c’è rassegnazione lì dentro. Determinazione.
Difficile capire di che colore fossero, ma Sasuke era sicuro che la loro tonalità tendesse al chiaro, tra l’azzurro e il verde, forse. C’era un sorriso sicuro dentro di essi, un sorriso che gli invidiò.
Quel ragazzo sembrava capace di fare qualunque cosa.
«Scusa se ti ho intralciato, amico» gli disse quello, pacato, alzando il braccio e facendo per sollevarsi di un poco il cappello che indossava. Dopodiché si spostò a lato e continuò tranquillo la sua passeggiata. «Buona serata.»




Naruto viene incontrato per caso, di notte. Fa parte del popolo, è uno qualunque tra i tanti.
E il suo pensiero quale sarà? Sarà uno dei tanti burattini, oppure si darà da fare? E con Sasuke? Come si rapporterà? Quando si rincontreranno e soprattutto perché?




Ora, io non so se vi ho incuriositi o meno, ma spero di sì. Almeno un poco. ^////^


Ripeto: è sempre difficile essere originali con due personaggi su cui è stato scritto e riscritto. <3


Un bacio, grazie per l'attenzione.
 
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